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La formazione finanziata: come accedervi e quali possibilità offre

Cos’è la formazione finanziata

Non tutte le aziende ne sono al corrente, ma vi è l’opportunità di accedere senza grandi difficoltà, a speciali fondi in grado di finanziare interamente, ovvero al 100%, la formazione dei dipendenti, in materia di internazionalizzazione.

 

Perché aderirvi

L’incentivo della gratuità è molto importante, ma non deve essere la sola ragione per approfondire questa opportunità. In primo luogo la formazione può avvenire comodamente in azienda, ad orari da stabilirsi, in ossequio alla massima compatibilità con le esigenze di lavoro.

L’adesione permette di migliorare le competenze dei dipendenti ma anche la produttività dell’azienda, poiché si offrono linee guida tecnico-operative prettamente pratiche e applicabili nell’attività quotidiana immediatamente. Si genera, per di più, un asset strategico di know-how, che accresce la competitività e rende l’impresa più efficace nell’affrontare i mercati anche nel medio-lungo periodo.

Lo stesso personale coinvolto normalmente apprezza molto questo genere di attenzione rivoltagli dall’azienda. Questo genere di iniziative gratificano, rafforzano il legame e fidelizzano le risorse umane.

C’è la massima libertà da parte dell’azienda sia nella scelta del formatore, purché evidentemente in possesso di requisiti oggettivi che lo abilitino a detta attività, che nell’orientamento dei programmi didattici, i quali possono essere realmente confezionati “su misura”.

 

Come funziona

Il finanziamento si produce da particolari fondi, che le aziende stesse contribuiscono a costituire, e vengono gestiti attraverso organismi autorizzati di natura associativa, promossi dalle organizzazioni di rappresentanza delle parti sociali. Formalmente prendono il nome di FONDI PARITETICI INTERPROFESSIONALI PER LA FORMAZIONE CONTINUA.

E possibile usufruire di detti corsi già a partire da soli 2 dipendenti, oppure si possono organizzare anche in collaborazione fra più aziende, per progetti formativi interaziendali, ma con le modifiche introdotte dall’art. 48 della legge 289/02, i fondi interprofessionali possono finanziare anche piani formativi individuali, nonché ulteriori attività propedeutiche connesse alle iniziative didattiche.

In linea generale, le imprese fanno riferimento al fondo di pertinenza del proprio settore, ovvero quello proposto dalla associazione di categoria alla quale appartengono, ma non vi è alcuna preclusione a richiedere l’adesione ad un fondo diverso, senza alcun costo, qualora se ne scorgano ragioni di convenienza.

I diversi fondi possono adottare modalità operative distinte. Alcuni si focalizzano sulla pubblicazione di bandi, ai quali le aziende interessate possono accedere dietro presentazione di un piano formativo peculiare, ove vengano descritte le materie e gli argomenti sui quali si intenda concentrare l’intervento. Il bando normalmente prevede una fase di valutazione delle domande, alla quale segue la pubblicazione di una graduatoria. Al termine dell’attività formativa, l’azienda sarà tenuta ad apposita rendicontazione.

Un diverso meccanismo, più diffuso del precedente, contempla invece un vero e proprio accantonamento in un conto dedicato, dal quale l’azienda potrà attingere, entro limiti stabiliti, quando lo riterrà necessario

Basi giuridiche e procedure

I fondi paritetici, sono stati varati con la legge finanziaria del 2001, poi ratificati da un’apposita circolare INPS (n.71 del 2 aprile 2003), quando in sostanza si è concretizzato quanto disciplinato dalla legge 388 del 2000, per consentire alle imprese di destinare una quota dello 0,30%, dei contributi versati all’INPS, sul monte retributivo di ogni singolo salariato (il cosiddetto “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”), alla formazione dei propri dipendenti.

Per usufruire di questa opportunità, il datore di lavoro deve comunicare all’INPS la volontà di aderire ad uno o più fondi interprofessionali, costituiti, tramite il modello di denuncia contributiva DM 10/2, indicandovi oltre al fondo o i fondi scelti, anche il numero di lavoratori per i quali l’impresa versi il suddetto contributo.

L’iscrizione ad un fondo dura un anno, ed è naturalmente su base facoltativa. Si può revocare in qualsiasi momento, ma in caso contrario, si ritiene rinnovata tacitamente. E’ però opportuno precisare, che la mancata adesione non esonera l’impresa dal contributo dello 0,30%, ovvero detto importo dovrà essere comunque versato all’INPS e, quando non usufruito, andrà “disperso” verosimilmente a beneficio di altre aziende richiedenti.

Anche da quest’ultima considerazione, ne deriva che disinteressarsi della formazione finanziata, oltre a pregiudicare i vantaggi sopra descritti, genera anche indirettamente lo sperpero un costo strutturale e ineludibile, senza produrre alcun beneficio.

Saverio Pittureri
Easy Trade

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Voucher internazionalizzazione 2021

Voucher internazionalizzazione 2021

Cos’è e a chi è rivolto il voucher internazionalizzazione 2021

Si tratta di un finanziamento a fondo perduto, destinato alle micro e piccole imprese, con meno di 50 dipendenti e 10 milioni annui di fatturato, che intendano avviare o consolidare le proprie attività sui mercati esteri. E’ destinato esclusivamente alle aziende manifatturiere, che rientrino nel gruppo C del codice Ateco e con sede legale in Italia. Si rivolge a singole imprese o a reti, costituite da un minimo di due soggetti.

 

Come funziona

Tramite apposita procedura, l’azienda beneficiaria richiede il rimborso dei compensi corrisposti per le prestazioni di un Temporary Export Manager singolo o di una società di TEM, accreditati ed iscritti nell’apposito elenco costituito da Invitalia, ente gestore dell’iniziativa.
Il professionista o la società sono tenuti ad operare in conformità ad un contratto di consulenza manageriale della durata di 12 mesi per le imprese e di 24 mesi per le reti. Il finanziamento erogato può coprire fino al 100% della spesa sostenuta.

 

Quali attività comprende

Il TEM o la società di TEM riconosciute, devono disporre, oltre alle abilità convenzionali, di acclarate competenze digitali, enfatizzate dai processi operativi ritenuti specificatamente ascrivibili:

  • Analisi e ricerche sui mercati esteri;
  • Individuazione e acquisizione di nuovi clienti;
  • Assistenza nella contrattualistica per l’internazionalizzazione;
  • Incremento della presenza nelle piattaforme di E-commerce;
  • Integrazione dei canali di marketing online;
  • Gestione evoluta dei flussi logistici.

 

A quanto ammonta il contributo

I fondi complessivi messi a disposizione dell’iniziativa, dal Ministero degli Affari Esteri, ammontato a 50 milioni di Euro. L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto concesso in regime “de minimis”, pari a:

  • Un massimo di 20.000 Euro per ciascuna MPI a fronte di un contratto di consulenza di importo non inferiore, al netto dell’IVA, di 30.000 Euro;
  • Un massimo di 40.000 Euro per le reti di imprese a fronte di un contratto di consulenza di importo non inferiore, al netto dell’IVA, di 60.000 Euro

Ad integrazione di quanto sopra è prevista la possibilità di ottenere un finanziamento aggiuntivo di 10.000 Euro, in base al conseguimento di determinati risultati oggettivi di vendita, così identificati:

  •  Incremento di almeno il 15% del volume d’affari derivante da operazioni verso paesi esteri registrato nell’esercizio 2022 rispetto allo stesso volume d’affari registrato nell’esercizio 2021;
  • Incidenza almeno pari al 6% del volume d’affari, nell’esercizio 2022, derivanti da operazioni verso paesi esteri sul totale del volume d’affari

 

In quali tempi

La presentazione della domanda è prevista esclusivamente tramite procedura informatica attraverso la piattaforma web che verrà pubblicata sul sito di Invitalia.
La prima fase prevede la compilazione dei moduli appositi, l’apposizione della firma digitale e il caricamento della pratica nel sistema. Detta operazione può essere fatta dalle ore 10.00 del 9 marzo 2021 alle ore 17:00 del 22 marzo 2021.
La seconda fase è invece quella che interessa il vero e proprio invio della domanda precedentemente caricata ed è possibile dalle ore 10:00 del 25 marzo alle ore 17 del 25 aprile.
In entrambe le finestre temporali sono esclusi i giorni festivi e prefestivi.
L’ordine di arrivo, prodotto su apposita ricevuta, determinerà la priorità cronologica di ammissione ai contributi.

 

Il contesto istituzionale

Le precedenti edizioni, che hanno avuto luogo nel 2015 e nel 2017. E’ trascorso un intervallo più lungo rispetto a quello che ha separato i primi due provvedimenti per varie ragioni. Evidentemente l’emergenza pandemica, ma anche un riassetto strategico complessivo delle istituzioni preposte all’internazionalizzazione di impresa, e un ampio piano di investimenti, noto come “Patto per l’export” presentato a giugno 2020.

Il valore complessivo del suddetto Patto per l’export, che evidentemente si articola in molti punti, è di 1,4 miliardi di Euro e buona parte di queste risorse messe a budget, dovranno essere stanziate per rinforzare le politiche a sostegno dell’internazionalizzazione delle PMI italiane.

Le linee guida prevedono di declinare gli aiuti, evidentemente per agevolare le attività economiche delle PMI verso i mercati esteri, ma in modo particolare di farlo attraverso incentivi alla transizione verso gli strumenti digitali, alla formazione, all’accesso alle piattaforme di e-commerce e business matching, alla partecipazione a fiere ed eventi affini, al potenziamento della promozione integrata e alla finanza agevolata.

In questo contesto è stato anche organizzato nel 2020, da ICE/ITA, un corso altamente qualificato, per la formazione di 100 Digital Temporary Export Manager senior, selezionati attraverso un percorso rigoroso, a coronamento del quale i suddetti professionisti sono a pieno titolo nelle condizioni di supportare efficacemente le aziende per le attività sopraelencate.

 

Passaggio di consegne e interlocutori

A completamento di quanto sopra va ricordato che, nell’ambito della menzionata riorganizzazione di competenze, la maggioranza delle funzioni istituzionali sopraelencate, precedentemente in parte gestite dal MISE, sono state ora, sostanzialmente convogliate verso il MAECI; saranno quindi il dicastero degli Affari Esteri e, indirettamente, gli organismi operativi che ad esso si riferiscono, come Invitalia e ICE/ITA gli interlocutori delle imprese anche per svariate future iniziative di interesse.

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